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La storia e i colori

 

La Storia.

La chiesa di Confreria è stata eretta a parrocchia nel 1897 e il suo primo pievano, Don Bartolomeo Dutto, nel 1900 diede inizio a lavori radicali: la chiesa venne demolita dalla fondamenta e, su disegno dell’ing. Carlo Ponzo, si iniziò la costruzione dell’attuale chiesa a tre navate, in stile gotico-romanico. Negli anni seguenti si realizzarono altre opere: nel 1903 fu costruita la cappella della Madonna del Buon Consiglio, con altare in marmo e decorazioni in stile bizantino; negli anni 1905-1906, su disegno dell’ing. Marzio Angelo Caviglia, si elevò il campanile in stile gotico; nel 1907, sempre su disegno del Caviglia, si rivestì a nuovo la facciata con frontale e pronao; nel 1910 si eresse la cappella di S.Magno con decorazione, nuova icona e altarino in legno; nel 1915 nella navata centrale si pose il palchetto in legno di castagno a forma di spina di pesce.

Nel 1918 morì Don Dutto e gli successe, l’anno seguente Don Pietro Meineri, che rimase parroco a Confreria fino alla sua morte, avvenuta nel 1956. Don Meineri fece costruire la sacrestia, l’altare maggiore, la casa del sacrestano, il salone parrocchiale e fece ricoprire il canale Roero adiacente agli edifici parrocchiali. La nuova chiesa fu consacrata il 26 maggio 1928 da Mons. Traviani, vescovo di Fossano e Cuneo. Dopo il bombardamento del 1945, fu necessario restaurare le volte crollate della navata laterale e di due camere della casa canonica.

 

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Interno delle Chiesa
prima dell'inizio dei
lavori di restauro (1980)

 

Il 25 maggio 1957 fu nominato pievano Don Francesco Oggero, che provvide la chiesa di organo e di impianto di riscaldamento, aprì l’ingresso sul lato est, modificò la sistemazione della casa canonica, destinando il piano terra ad aule catechistiche, face riparare il campanile colpito dal fulmine e rifondere la campana grossa.

Il 1° novembre 1966 gli successe Don Paolo Pietro Fantini, che dotò la chiesa di nuovi banchi e, per eliminare le conseguenze dell’umidità, fece rivestire pilastri e pareti laterali con una fascia di marmo scuro.

Dopo il trasferimento di Don Fantini in Cattedrale, venne nominato pievano Don Bernardino Agnese, che resse l’incarico dal 1977 al 1994. Don Dino realizzò un vasto programma di lavori necessari sia per riparare le parti decadenti della chiesa e della casa canonica, sia per aggiornare i rispettivi fabbricati alle necessità dei tempi.. Nel 1980 fece restaurare le parti della chiesa che avevano subito i maggiori danni dall’usura del tempo e dalle vibrazioni che il traffico sulla statale vi aveva prodotto. Nel 1984, sotto la direzione degli architetti Marcello Angelucci, Lorenzo e Pierluigi Massa, diede una nuova sistemazione alla casa canonica, con la costruzione di un ampio locale seminterrato, dell’ufficio parrocchiale e di aule catechistiche al primo piano, di alloggio per il parroco al secondo piano. A lavori ultimati la nuova casa fu inaugurata il 1° febbraio 1987. Nel 1991 si provvide al restauro del tetto della chiesa, nel 1992 al restauro del campanile e nel 1993 alla ristrutturazione dell’abside, ricavando la cappellina invernale. Nel frattempo si rifece l’impianto elettrico, si installarono un nuovo orologio e una nuova campana sul campanile; l’interno della chiesa fu arricchito con un artistico crocifisso, opera dello scultore Beppe Viada.

Dal 1° ottobre 1994 il nuovo parroco di Confreria è Don Eraldo Ferrero, che ha completato i lavori di restauro della chiesa. Nell’aprile del 1997 gli architetti Massa presentarono, al Comune e alla Soprintendenza per i beni architettonici e ambientali del Piemonte, il progetto di adeguamento dell’interno della chiesa alle nuove esigenze liturgiche e della sistemazione del sagrato.

L’esecuzione dei lavori è avvenuta in diversi lotti: nell’estate del 1997 si arretrò l’altare di marmo verso l’abside, si spostò la sacrestia, ripristinando il precedente collegamento con il presbiterio, si destinò la navata laterale destra, a fianco del presbiterio, alla cantoria; il tratto corrispondente della navata sinistra fu riservato alla devozione mariana.

 

Il secondo lotto, nell’estate del 1998, comportò lo scavo per il risanamento del pavimento e delle murature perimetrali, con asportazione del terreno e formazione di vespai aerati, previo consolidamento fondazione dei pilastri centrali e riposizionamento griglie di mandata e di ripresa dell’aria calda per il riscaldamento, con le relative condutture; rifacimento completo di tutti i pavimenti in graniglia policroma e legno (sotto i banchi); riapertura del vecchio portale lato sud eseguendo ex-novo il relativo serramento, le due bussole d’ingresso lato sud ed est; installazione di tre grandi lampadari.

Nel terzo lotto ( estate 1999) si effettuarono la tinteggiatura completa dell’interno della chiesa e la levigatura di tutti i pavimenti; la sistemazione del sito del battistero, la sostituzione di tutte le vetrate delle finestre.

Nell’anno 2000 è iniziata la costruzione dell’ingresso lato Ovest, con solenne gradinata e ‘logo’ del Giubileo, e poi la progettazione del nuovo Battistero, ad opera dell’arch. Lorenzo Massa, dello scultore Beppe Viada e di Paola Massa.

I colori.

La nuova tinteggiatura ha cambiato radicalmente il volto della chiesa di Confreria.

Sono il risultato di proposte, prove e discussioni, risultato poi confermato dalla Commissione Diocesana d’Arte Sacra.

Perché così colorata e così vivace? Questi i criteri che ci hanno guidato:

  • Il riferimento allo stile neogotico della chiesa, quindi un ritorno all’antico, all’originalità di molte chiese, costruite e decorate con questo stile

  • Il desiderio di abbellire la nostra chiesa, troppo spoglia e grigia, mettendone in risalto soprattutto le strutture architettoniche (pilastri, lesene, paraste e nervature…) ed equilibrando, con le fasce bianche e gialle che tagliano orizzontalmente la navata centrale, il volume della chiesa, troppo stretta ed elevata

  • Il desiderio di rendere la chiesa un luogo luminoso, accogliente, festoso per l’assemblea cristiana che si raduna per la preghiera e l’Eucaristia.

Ma c’è un riferimento che ci ha confermati in questa scelta: il Libro dell’Apocalisse, il quale, quando parla della Chiesa, Comunità cristiana, ne parla per immagini. Ci siamo ispirati a queste immagini, per far sì che la nostra chiesa, fatta di mattoni, diventi anch’essa immagine di ciò che noi siamo e siamo chiamati ad essere.

Apocalisse cap. 21 parla della Chiesa come di una città splendente, tutta d’oro (ecco il riferimento alla parte alta della chiesa con il giallo e il bianco), con alte mura (ecco le fasce orizzontali). Una città che scende dal Cielo, da Dio: ecco l’azzurro delle volte che aprono all’infinito, a Dio; e i tortiglioni grigi e rossi che contengono il Cielo e lo portano tra noi.

Poi ancora Apocalisse 21,14 dice che la Città poggia su dodici basamenti, con su scritti i nomi dei dodici apostoli, per dire che la Chiesa si regge sulla testimonianza e sulla fede degli Apostoli: ecco allora i dodici pilastri della chiesa in finta pietra, che riprendono in parte la colorazione originale e insieme sono segno di forza e stabilità nella fede apostolica (ecco le dodici croci rosse sui pilastri).

Infine il grande arco (grigio e rosso mattone) dell’abside richiama il "Trono dell’Agnello" (Apocalisse cap. 4 e 5), il luogo della presenza di Gesù, crocifisso e risorto, davanti al quale si raduna l’assemblea cristiana.

I colori delle vetrate delle finestre, che riprendono i motivi in ferro delle griglie precedenti, richiamano l’azzurro del cielo e creano un’atmosfera di raccoglimento. Particolare è la vetrata del Battistero, che richiama i simboli del Battesimo: la colomba, il fuoco, l’acqua…

Le nicchie dei santi (S. Giuseppe e S. Defendente) da una parte richiamano, con il blu e le stelle, il Paradiso, dall’altra, nel luogo in cui sono state inserite (le navate laterali), richiamano la loro presenza tra noi, per accompagnarci nel cammino della vita (Apocalisse cap. 14).

Infine la cappella della Madonna: anche qui c’è un riferimento al Libro dell’Apocalisse 12,1: le dodici stelle attorno al capo, e l’indicazione di Colei che è la nostra patrona: Maria, Madre del Buon Consiglio, nel cui grembo c’è Gesù, Colui che è la Sapienza di Dio Padre.

 

C’è voluto coraggio, ma ora il volto della chiesa può essere davvero segno del "volto splendente della Sposa

(la Comunità cristiana), adorna per il suo Sposo (Cristo Gesù)" (Apocalisse 21,2).



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