Passeggiando il vecchio dignitario sul viale degli  Angeli si sente più volte salutare con un largo “cerèa” da un pappagallo che si sposta di albero in albero, ma che egli non riesce a scorgere. Al quinto albero finalmente lo vede: “ Oh, c’a me scusa, l’avìu piàlu per ‘n’usel “. ( Oh, mi scusi, l’avevo  scambiato per un uccello ).