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Inaugurato il 7 settembre 1969 (260 anniversario dell'inizio della lotta di liberazione), alla presenza di Sandro Pertini e di Ferruccio Parri il monumento alla Resistenza italiana è opera di Umberto Mastroianni. Si staglia con i suoi 20 metri per 17 e le sue 24 tonnellate di bronzo, nel parco posto «sul ciglio del vasto e profondo solco in cui, a Cuneo, scorre l'acqua del Gesso...Al di là del vallone del Gesso biancheggiano confuse nella lontananza le case di Boves. |
E là il 19 settembre 1943 fu combattuta la prima battaglia ai piedi della Bisalta... Là morirono i primi dei 2000 caduti, dei 1000 assassinati, dei 1300 invalidi, dei 1400 deportati che costituirono il titolo della medaglia d'oro della Resistenza a Cuneo.» (Marziano Bernardi)
«La forma del monumento può essere interpretata come quella di una deflagrazione che si ripete e si propaga, appunto, dalla città alla montagna, come una reazione a catena. Ma è facile constatare che non si tratta di una forma simbolica, di un translato. La mole bronzea sembra violare le leggi della statica, avventarsi nel vuoto:
come immagine, il monumento si regge sul dinamismo delle spinte che si generano nel suo interno, dove le forme si incastrano e si compenetrano per poi erompere violentemente all'esterno, nello spazio aperto, come gli spezzoni di un blocco che esplode. Implosione ed esplosione, compressione e liberazione: è questa in sintesi la dinamica della Resistenza.» (Palma Bucarelli)
«Scartata con orrore l'idea del monumento come simulacro imposto dal potere alla riverenza dei sudditi, si profila come legittima l'ipotesi di un monumento che caratterizzi la città come luogo storico, interpretando un'esperienza che la città ha vissuto, che considera decisiva per la propria esistenza, che non vuole cancellata dalla propria figura. Il monumento come simbolo, meglio, come segnale e misura di una dimensione storica, che la città ha conseguito vivendo l'esperienza attiva della Resistenza.
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Cuneo aveva una sua antica, onorata Storia municipale, ma la sua dimensione storica è mutata di colpo, e da municipale si è fatta politica, durante l'ultima guerra, quando obbiettivamente fu la punta di diamante della Resistenza italiana. Ideando il monumento della Resistenza, Mastroianni non ha pensato neppure un momento a esaltare gli eroi, compiangere le vittime, deprecare i tiranni, ne a escogitare un simbolo della lotta partigiana o della liberazione. Si è semplicemente proposto di interpretare e di fornire la chiave per l'interpretazione di quella nuova dimensione storico-politica, legando concretamente alla figura spaziale della città il segno visibile dell'esperienza vissuta: in altri termini, ha posto il problema sul piano urbanistico invece che sul piano della celebrazione.» (Giulio Carlo Argan)
(MC.)
Il monumento alla Resistenza fu anche immortalato su un francobolli nel 1975 in una serie dedicata al trentennale della resistenza.
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