Tancredi Galimberti (detto Duccio), nasce a Cuneo il 30 aprile 1906 da una famiglia di insigne tradizione civile e politica, dalla quale ereditò una solida formazione patriottica di vita. 
Avvocato e studioso di Diritto Penale, tra il 1940 ed il 1942 fu l’anima di un circolo culturale antifascista diventando insieme ad altri il fondatore del Partito d’Azione di Cuneo. 
Il 26 luglio 1943 Galimberti pronuncia dal balcone di casa sua, prospiciente sull’omonima piazza (allora P.zza Vittorio Emanuele II), il famoso discorso antifascista ai cuneesi, esortandoli all’offensiva verso i nazisti ancora presenti nel territorio e non ancora completamente sconfitti. 
Nel settembre dello stesso anno cercò di formare una coalizione tra i partigiani volontari e l’esercito, ma il suo intento fallì. 
Nel frattempo i fascisti si stavano riorganizzando a Salò, e Duccio decide così di buttarsi nella lotta clandestina, la cosiddetta Resistenza. 
Fonda e organizza la prima banda partigiana a Madonna del Colletto, presso Valdieri. 
Il 13 gennaio 1944, durante un assedio tedesco, Galimberti viene ferito; soccorso ed ospitato dai compatrioti riesce nuovamente ad entrare in azione organizzando bande partigiane sparse in tutto il paese stipulando un accordo di collaborazione con i Francesi, presso Acceglio. 
Assurto al comando delle formazioni piemontesi "Giustizia e Libertà", il 28 novembre 1944 viene però catturato dai fascisti a Torino, e giustiziato a Tetto Croce (Centallo) la mattina del 3 dicembre 1944. 
Duccio Galimberti è stato proclamato eroe nazionale e insignito della medaglia d’oro al valor militare.