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Descritto per la prima volta nel 1592 dal
medico Prospero Alpino, la pianta del caffè aveva già alle
sue spalle una lunga storia che si stempera nella leggenda, se è
vero che la nera pozione offerta dall’Arcangelo Gabriele a Maometto altro
non fosse che un’antica versione dell’odierno caffè. Non è
invece leggenda che il caffè,
dall’altopiano dell’Etiopia cominciò a diffondersi , a partire dal
XIV secolo, in Medio Oriente, e dal XVI secolo in tutto l’Occidente. Il
suo successo fu tale che Olandesi, Inglesi, Francesi, Spagnoli e Portoghesi,
per rendere più produttivo il commercio, cominciarono a coltivare
la pianta nelle loro colonie, sfruttando, naturalmente, il lavoro delle
popolazioni locali.
Alla prima "Caffetteria", aperta a Costantinopoli, nel
1554, ne seguirono ben presto altre in tutta Europa, tanto che, nella sola
Venezia, nel 1763 se ne contavano già ben 218. Queste poche, brevissime,
notizie, già da sole bastano a rendere l’idea di quali e quanti
interessi economici ci siano ancora dietro a questi piccoli chicchi. Essi
sono i semi di una pianta sempreverde
della famiglia delle "Rubiacee", genere Coffea, cui appartengono
circa 80 specie, di cui 2 tra le più importanti, ossia la Coffea
Arabica e la Coffea Canephara, più note come "Arabica"
e "Robusta". I loro frutti contengono 2 semi che vengono estratti
mediante 2 processi: il "Procedimento a secco", che sfrutta l’azione
del sole e dà origine ai caffè denominati "Naturali",
ed il "Processo Umido", da cui derivano invece i caffè"lavati"
o "milds". I "Robusta" sono essenzialmente naturali,
mentre gli "Arabica sono milds, fatta eccezione per quelli coltivati
in Brasile, a Cuba, Haiti, Etiopia e India.
Indipendentemente che sia" Naturale" o" Milds",
perché possa esprimere tutta la sua fragranza, il caffè deve
essere tostato. Scoperta probabilmente da uno sbadato che aveva dimenticato
i chicchi verdi accanto al fuoco, la tostatura o torrefazione, dona al
caffè un colorito che varia dal marrone al bruno - nero; essa caramella
gli zuccheri, carbonizza la cellulosa e, soprattutto, favorisce la formazione
di composti volatili cui è dovuto il suo inconfondibile
aroma. Il diverso grado di tostatura e la miscelazione di caffè
di varie origini, determinano i differenti gusti che può avere la
bevanda. Le miscele a base di "Arabica", ad esempio, sono molto
più dolci ed aromatiche, mentre quelle contenenti una considerevole
percentuale di "Robusta" risultano più corpose e di gusto
più forte. L’operazione di tostatura si realizza mediante una macchina
torrefattrice tradizionale (la nostra Ditta utilizza una PROBAT tedesca,
che è il fiore all’occhiello delle macchine tostatrici) che, con
un ciclo di cottura approssimativamente di 20 minuti ad una temperatura
di 200 gradi, fa calare del 20% circa il peso del caffè. A questo
punto il caffè è pronto per essere confezionato ed immesso
sul mercato.
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