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Anno Pastorale 2001-2002
Comunicare il vangelo in un mondo che cambia.

Sono gli orientamenti che i nostri Vescovi propongono in questo primo decennio del 2000. Ed è stato l’argomento di cui si è parlato nell’ultimo Consiglio pastorale parrocchiale: come viviamo e comunichiamo il Vangelo qui a Confreria? Certo viviamo e ci sentiamo dentro una cultura e una tradizione segnate dal Cristianesimo, ma tornare alle sorgenti del Vangelo è indispensabile per trovare e vivere la nostra identità cristiana.

Per quali strade? Una priorità che i Vescovi suggeriscono è l’EUCARISTIA DOMENICALE.

La Messa domenicale è la "convocazione" della Parrocchia. I passi da fare sono tanti: la Messa è ancora vista troppo come un fatto personale: vado se posso, quando posso, dove mi trovo meglio. La Domenica, il giorno del Signore, ci è dato per radunarci tutti insieme, nello stesso luogo, e fare un cammino di ascolto della Parola di Dio, di celebrazione della presenza di Gesù in mezzo a noi, di preghiera e di lode a Dio, di comunione fraterna. Bisogna che ci assumiamo le nostre responsabilità, pur nel rispetto di ogni scelta personale e familiare, ma la Messa domenicale non è un’optional, ma un dovere di fede e di comunità!

Ci saranno alcune Domeniche in cui l’Eucaristia sarà ‘particolare’: le Feste solenni, l’Eucaristia con i ragazzi e le famiglie, la Messa del sabato sera, una volta al mese, con i giovani…

Proviamo a riscoprire il senso cristiano della Domenica, e mettere al centro l’Eucaristia, fonte e culmine della nostra fede!


Eucarestia Domenicale

In Realizzazione.

 

Come vivere e comunicare il vangelo alla Gente

 

Nel Consiglio pastorale si è sottolineato che la prima strada è la testimonianza della nostra vita, dei nostri comportamenti: il rispetto, la stima, il perdono, l’aiuto vicendevole e verso tutti. Poi si è detto che abbiamo bisogno di conoscere maggiormente le S. Scritture e impararle a vivere. Due strade nuove in questo anno:

  • Il Vangelo di Matteo: cinque incontri con don Giorgio Maccario nella prossima Quaresima. Ci aiuteranno a capire la storia, i contenuti, l’interpretazione del testo sacro che leggiamo in questo anno liturgico.
  • Parola e Vita: un incontro mensile (il primo giovedì del mese nella cappella) per riflettere, confrontarsi e aiutarci a vivere una pagina della sacra Scrittura della Messa domenicale.

Inoltre abbiamo bisogno di cammini di formazione alla vita cristiana. Non possiamo fermarci al tempo del catechismo da ragazzi o lasciarci formare dai mass media. Queste le iniziative proposte:

  • Partecipazione al Corso di formazione cristiana per chi lavora in qualunque modo in parrocchia. Il secondo anno di questo Corso è ormai alla conclusione.
  • Accompagnamento dei genitori dei bambini che celebrano i Sacramenti dell’iniziazione cristiana: il Battesimo, il Perdono, la Cresima e l’Eucaristia.
  • La rete di amicizia e di preghiera tra le giovani coppie: due incontri mensili: il secondo venerdì sera la preghiera nella cappella, e l’ultima domenica del mese insieme a parlare e fare festa.

Un’altra strada che vogliamo continuare a percorrere sono gli incontri di preghiera e lettura della Bibbia tra le famiglie, nel tempo di Avvento, di Quaresima e nel mese di maggio.

 

Catechesi Ragazzi

 

RAGAZZI CHE STORIA ! …

 

CONOSCERE PER CREDERE !

 

Sono i due slogan che sintetizzano il percorso formativo cristiano dei ragazzi dagli otto ai 14 anni, la tappa di importanza decisiva per tutta la loro vita. L’obiettivo che ci sta a cuore è farli incontrare con Gesù, persona che affascina, per cui vale la pena cercarlo e scoprirlo come si cerca il tesoro nascosto. E’ questo un cammino graduale e lento e insieme promettente, buono; sono piccoli passi che maturano l’esperienza umana in esperienza cristiana.

RAGAZZI CHE STORIA è il tema del programma formativo dei ragazzi dalla 2a elementare alla I media, che nella proposta concreta, si diversifica a seconda dell’età. In compagnia di Gesù e dei cristiani, i ragazzi sono i protagonisti e i costruttori della loro storia quotidiana. Storia che viene raccolta nel libro-magico, ma soprattutto scritta con la loro vita.

CONOSCERE PER CREDERE è il percorso formativo dei ragazzi di II e III media, finalizzato al sacramento della cresima. Credo in Dio che mi è Padre, che si rivela in Gesù e cammina con me nel dono dello Spirito. I ragazzi hanno come testo di catechismo il libro del Vangelo di Matteo proprio per favorire un accostamento diretto al Dio di Gesù. La formazione viene poi integrata da altre esperienze quali: celebrazioni della Parola, ritiri spirituali, uscite …

 

Il metodo è quello esperienziale: si parte dal vissuto del ragazzo perché è lui che deve incontrare Gesù e si cerca di coinvolgerlo in un esperienza a tutto campo che va dal gioco finalizzato, alla vita di gruppo, alla scoperta di cose nuove, alla preghiera e alla celebrazione.

Tutti noi coordinatori - catechiste - animatori sentiamo vivo e importante il coinvolgimento delle famiglie perché crediamo che solo insieme si trovano le strade adeguate a misura del ragazzo e insieme si cresce nella fede. Un modo è la partecipazione all’Eucaristia festiva che per il battezzato è il luogo privilegiato di incontro con Gesù e con la comunità dei fratelli.

Con nel cuore la gioia che ci danno i ragazzi e la trepidazione per le imprevedibili sfide del futuro, ci affidiamo allo Spirito perché ci insegni a donarci con passione e anche a farci un po’ da parte con sapienza, per "permettere che i ragazzi vadano da Gesù".

suor Silvia

 

 

Io mi Sposo.

 

Quando pensate a sposarvi, date per scontato andare dal prete per chiedere di sposarvi in chiesa o pensate anche alla possibilità di andare solo in Comune? Vi viene di parlare di Dio, della Chiesa, tra voi in questo momento decisivo? E’ una domanda seria che la Chiesa pone ai giovani che chiedono di sposarsi, ed è una grossa opportunità per tornare sui temi della fede che segnano la vita. I Corsi per i fidanzati sono una strada. Ivano e Cristina raccontano del corso a Confreria nei mesi di ottobre e dicembre: "E’ stata una bellissima esperienza per tutti (ed eravamo in tanti!!!) anche se all’inizio forse ci aspettavamo tutt’altro…

Di solito ai "corsi" si bada a tanti aspetti, si sentono tanti "esperti" (dottori, notai, psicologi…) e forse le coppie partecipano giusto per portarsi a casa il pezzo di carta necessario per sposarsi. E’ stata una bella sorpresa scoprire che non era così!! Quest’anno infatti don Eraldo ha voluto impostare gli incontri in una maniera tutta nuova. Grazie anche agli interventi di Don Carlo Ocelli e di Don Giovanni Giordano abbiamo cominciato un bellissimo cammino, alla riscoperta della nostra fede, del significato del matrimonio cristiano e dello sposarsi in chiesa. La cosa più bella è stato vedere come , nonostante le diverse esperienze da cui arrivava ciascuno di noi, e i diversi modi di vivere la fede, tutti si sono sentiti chiamati a riflettere e a mettere in comune la propria esperienza (i momenti di discussione sono stati molto partecipati e sentiti da tutti).Il fatto di poterci confrontare fra di noi ha reso queste giornate molto piacevoli e ha arricchito ancora di più questi incontri , e un grazie va anche alle giovani coppie di sposi che hanno partecipato e messo in comune le loro esperienze. Tante volte il giorno del matrimonio resta l’ultima volta in cui si mette piede in Chiesa. E’ stato bello accorgersi che il fatto di sposarsi in Chiesa può essere invece l’occasione per approfondire la propria fede e testimoniarla nella vita di ogni giorno."

Il prossimo anno pensiamo di continuare questa esperienza. Le date sono domenica 13 e 27 ottobre – 10 e 24 novembre, dalle ore 16 alle 20,30.

Nella nostra Zona pastorale un’altra opportunità è il Corso a Madonna dell’Olmo nel prossimo mese di febbraio, e poi ci sono altre sedi e date. Se la cosa vi interessa, parlatene al più presto in parrocchia!

 

 

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Anno Pastorale 2000-2001

Catechesi e Formazione

Tutti abbiamo bisogno di "iniziazione cristiana", cioè di "entrare e rie-entrare nel mistero e nella vita di Gesù Cristo", di lasciarci educare e formare dal Maestro. Si, è necessario che i ragazzi facciano esperienza di catechesi,; ma , quella della fede, è una scuola permanente. Non c’è un’età della vita nella quale il cristiano non ha più da imparare, da confrontarsi per dare un volto bel preciso alla sua identità.

Ecco il perché dei percorsi di evangelizzazione, di formazione e di catechesi che la Comunità ha offerto in forme, tempi e contenuti diversi a seconda dell’età e del cammino di ognuno. Certamente non tutto è stato perfetto e tanto meno esauriente ai bisogni di fede emergenti. Tuttavia le proposte sono sempre mezzi privilegiati, tasselli preziosi nel cammino di fede.

Li ripercorriamo chiedendo a qualcuno di coloro che hanno partecipato e hanno fatto esperienze formative, di comunicarci dal vivo ciò che sentono in cuore.

Lasciamoci rievangelizzare: tre incontri di catechesi sul Vangelo di Luca.

 

Cosa hanno significato per te questi incontri?

Sono stati insegnamento e avvicinamento concreto alla figura di Gesù e fonte di meditazione. Luca è un autore affascinante, immediato e commovente. Ci trascina a metterci in viaggio con Gesù, a condividere con Lui ogni attimo della nostra giornata, lasciandoci guidare dallo Spirito Santo.

Che cosa ha riscaldato il tuo cuore?

Io ho sempre avuto fiducia nella sconfinata misericordia di Dio Padre e questa esperienza l’ha rafforzata. Luca, meglio di ogni altro evangelista, sa trasmettere la bontà di Gesù verso i peccatori. Sapere che egli da sempre ci pensa e ci offre il grande dono della Salvezza, mi scalda il cuore e mi fa avvicinare ai fratelli con maggior disponibilità.

 

Valeria Mollo

 

Oltre l'ombra del campanile: il Corso per gli Operatori Pastorali.

 

L’invito a partecipare al corso era rivolto a tutti, ma istintivamente uno si poteva chiedere: comporterà poi l’impegno di assumersi qualche responsabilità in parrocchia? La frequenza al corso ha poi dimostrato che la sua finalità principale era quella di aiutare ad approfondire la conoscenza della fede cristiana e della Chiesa del dopo Concilio.

Riguardo ai contenuti, quale ha inciso maggiormente sulla tua fede?

E’ stato molto interessante l’argomento sulla Chiesa alla luce del Concilio Vaticano II. Molte cose sono cambiate con questo Concilio; i fedeli sono stati avvicinati al mistero della Chiesa e si sentono più coinvolti nella missione universale di popolo di Dio. Ritengo quindi di grande importanza e attualità riflettere su che cosa significhi per noi oggi essere Chiesa.

E tu Franco Dutto, in questo corso, ti sei sentito coinvolto?

Operatori pastorali: una dicitura in cui non mi riconoscevo e che invece ho scoperto essere già mia, già appartiene a ciascuno di noi, perché come cristiani siamo annunciatori del Vangelo e quindi operatori pastorali.

Quello che ho scoperto è che siamo forse indietro negli anni rispetto a quello che potremmo fare, oltre ad avere una mentalità limitata sulla realtà della Chiesa e che quindi va fatto uno sforzo per aprirci e allargare la nostra visuale.

Allora, ti senti più "Chiesa" e hai riscoperto il valore del camminare insieme?

Il camminare insieme è indispensabile. Tutti siamo membra di uno stesso corpo, il corpo ha bisogno di me e io non posso vivere da solo … Ciascun membro della comunità deve sentirsi accolto e deve impegnarsi ad accogliere, condividere la vita di tutti, un po’ come avveniva nelle prime comunità cristiane. Camminare insieme non è solo fare, fare, ma è anche, anzi direi soprattutto pregare e mettere cioè la Parola di Dio al centro.

Livia Miglietti

 

Islam e cristianesimo : due religioni a confronto - tre incontri in Parrocchia.

 

Roberto Martelli, senti che il confronto con l’Islam è importante?

Credo di si, soprattutto alla luce degli avvenimenti storici e politici attuali, ma in modo particolare a causa del forte fenomeno immigratorio da parte dei soggetti di fede islamica. Islam e Cristianesimo sono due religioni che se non si sono ancora confrontate del tutto, dovranno d’ora in avanti farlo; ci sarà bisogno di limature da ambo le parti, poiché determinati aspetti del nostro modo di vivere non combaciano con il mondo islamico. Ad esempio mentre per noi religione e politica sono due entità ben distinte, per l’Islam sono sullo stesso piano e s’impregnano a vicenda.

Hai colto degli aspetti della religione Islamica che noi cristiani possiamo accogliere?

Sì, ci sono notevoli punti di affinità e di contatto, come il credere in Dio Creatore e misericordioso. Così l’avere un Testo Sacro che per loro è il Corano, per noi la Bibbia pur con notevoli differenze! Anche l’atteggiamento e il bisogno molto sentito della preghiera, insieme alla solidarietà con i poveri. Per il musulmano l’elemosina può sostituire addirittura la preghiera!

Ora, quando incontri un musulmano, senti di avere più possibilità di dialogo?

Sì, rispetto a prima perché vivevo secondo determinati schemi, avevo una visione parziale, limitata del mondo islamico. Dopo questi tra incontri ho un orizzonte più ampio nei confronti dei musulmani. Prima pensavo all’Islam esclusivamente come la preghiera rivolta ad Oriente, il Ramadan, l’astensione dalle bevande alcooliche e da carni suine. Cose, per loro importanti, ma superficiali per capirli. Ora sento che si è scavato più in profondo nella loro cultura.

Dentro di me è nato un atteggiamento di ascolto, di rispetto per capire l’altro e dialogare attraverso il confronto.

Secondo te Elvio Verra, il conoscere aspetti della religione islamica, che cosa ha detto alla tua fede cristiana?

Devo dire, che ho accolto con piacere e interesse la possibilità di conoscere la religione islamica nelle sue caratteristiche principali, Stiamo andando verso una società sempre più multietnica, dove ognuno porta con sé usi, costumi e religiosità, dove le diversità non devono essere oggetto di divisione, o peggio ancora di scontro e di rifiuto ad ogni possibile dialogo, ma nella convinzione che il proprio credere è un mezzo per migliorare noi e il mondo. In questi incontri, ho conosciuto alcuni aspetti di condivisione, mentre altri, raffrontati con il mio credo, hanno rafforzato in me una maggior convinzione di quello che ho ricevuto. E’ vero che entrambi crediamo in un solo Dio, in parte anche con radici comuni, ma ho provato felicità nel credere che noi siamo amati da un Dio Padre che ci AMA profondamente senza riserve, mentre l’interpretazione islamica è ben diversa!

Tu, Anna Maria V.erra, ci dici com’è vista la donna dai musulmani?

Da quanto ho potuto cogliere dagli incontri e dai pochi contatti con le famiglie islamiche, mi sembra di poter dire che la donna musulmana è valorizzata più nella sua dimensione procreatrice ed educatrice dei figli che nel suo essere profondo di donna creata come l’uomo ad immagine e somiglianza con Dio, quindi in condizione di uguaglianza e di parità con l’uomo. Vive in funzione dell’uomo, del marito, dei figli e della casa … Tuttavia, sento l’invito a non giudicare, a pormi in un atteggiamento di ascolto, di dialogo, di accoglienza dei valori che esistono anche nel mondo islamico, soprattutto nei confronti della donna musulmana.

 

I FIGLI SI PREPARANO AI SACRAMENTI: UN PERCORSO FORMATIVO CHE FA RIPENSARE LA FEDE DEI GENITORI

Mia figlia Elisa quest’anno ha ricevuto il Sacramento della Cresima, per cui sin dall’inizio dell’anno catechistico, ogni tanto in famiglia si parlava di questo sacramento e cercavamo di farle capire come fosse importante riflettere sulla sua decisione. Abbiamo lasciato Elisa libera di fare la propria scelta, ma abbiamo cercato di responsabilizzarla nella serietà della decisione e nell’importanza di riconfermare il suo credo, scelto da noi genitori per lei, con il sacramento del Battesimo. Tutto questo mi ha fatto ripensare alla mia fede ed all’importanza di Dio nella mia vita e di quanta influenza abbia la sua presenza. Il partecipare ai due momenti serali di riflessione e di preghiera per noi genitori, ci ha spinti come coppia, a pensare alla serietà della nostra missione ed è stato uno spunto a partecipare e a sentirci Chiesa e membri di una Comunità che ha bisogno anche di noi per sentirsi viva.

 

Marinella Tonello

ORA TOCCA A VOI GIOVANI DIRCI QUALCOSA DEL VOSTRO VISSUTO DI FORMAZIONE E DI FEDE.

 

Giulia Massa, perché hai scelto di partecipare agli incontri di catechesi-giovani?

Ho scelto di partecipare agli incontri per trovare delle risposte, in particolare sulla FEDE. E’ un argomento che alla nostra età viene spesso ignorato o messo in secondo piano, a volte perché è considerato di minore importanza rispetto a tutti gli altri impegni della settimana, altre perché non è ritenuto interessante dal momento che non lo si conosce a fondo. Inoltre, sapevo di poter incontrare gli amici e di avere degli animatori capaci, preparati e soprattutto con grande voglia di DONARCI la loro esperienza e le loro conoscenze: GRAZIE DI CUORE ad Anna, Claudio e Ocio!

Ci dici qualcosa sui contenuti proposti?

Innanzi tutto, come ho già detto, erano incontri mirati ad approfondire la conoscenza di Dio. Siamo partiti OSSERVANDO la VITA perché è in essa che nasce l’esperienza religiosa. Un altro punto importante del cammino formativo di quest’anno è stato il tema delle religioni: cosa s’intende per religione, se è vero che esiste una religione più importante ed il rapporto uomo-religione. Così ci siamo collegati alla religione cristiana e ai Testi Sacri, chiarendo il concetto di VANGELI ed EVANGELISTI.

Questi incontri sono stati chiarificatori e utili per farmi riflettere, mettermi in discussione e per ampliare le mie conoscenze.

 

Un passo in più nell'esperienza ...glielo chiediamo a Davide Giordano che ha accompagnato i giovanissimi nel percorso formativo.

 

Sicuramente l’attività che abbiamo è stata più che positiva. La frase che ha firmato tutto l’arco di incontri è stata: "un ponte dentro". Il "cappello" che ha aperto il libro di esperienze che abbiamo scritto, tutti insieme, settimana dopo settimana, è stato "un salto nel buio", cioè la volontà di gettarsi, senza timore sulle nostre paure in quegli aspetti che, spesso, specialmente durante l’adolescenza, si preferisce non affrontare, reprimere o mascherare per paura di essere giudicati e lasciati in disparte: sarà la luce di Gesù ad illuminarci la strada da seguire, ad aiutarci a comprendere.

Fatto questo primo passo possiamo allora, costruire quel "ponte dentro" cioè aprire un valico, una strada per portare all’esterno, alla luce, ciò che prima tenevamo nel buio della nostra interiorità o che, addirittura, preferivamo seppellire sotto altri pensieri come dubbi, paure … E così si è parlato e riflettuto, spesso tutti insieme, altre volte a piccoli gruppi e, addirittura, occasionalmente, anche "a quattr’occhi", sugli argomenti più vicini ai ragazzi sempre supportati da lettere o da testimonianze di altri adolescenti o ancora da commenti di persone adulte e preparate in materia, oppure con la moderna tecnica del brainstorming. Nel nostro lungo cammino non sono mancati, poi, ritiri zonali in cui abbiamo intersecato, con le nostre, le esperienze di gruppi di altre parrocchie.

C’è stata reciprocità tra il dare e il ricevere?

Penso che questo aspetto sia stato quel qualcosa in più che ha trasformato un incontro ben preparato e ben gestito in un incontro VERO. Credo che non si abbia mai avuta la possibilità di vedere, nettamente separati, su una sponda la "formazione" e quindi il dare e sull’altra il "ricevere", ma vera e propria collaborazione a crescere, reciprocamente.

 

CATECHESI AI RAGAZZI DELLE MEDIE ED ELEMENTARI .

 

Clara Vernetti e Rosanna Massa , il vostro cammino con i ragazzi di I media senza il classico "testo di catechismo": una scelta motivata e in conclusione positiva?

 

La "NON SCELTA" del testo non ha comportato, secondo noi, un abbassamento qualitativo della catechesi, anzi adottando come testo il Vangelo di Luca abbiamo attinto direttamente alla sorgente! E’ stato interessante, per i ragazzi, confrontare e attualizzare la Parola di Gesù con gli aspetti della loro vita che venivano man mano proposti.

Un cammino di formazione cristiana con i ragazzi di quest’età cosa significa?

A noi "stava a cuore" aiutare i ragazzi ad avere voglia di Dio, scoprire un volto nuovo di Gesù per capire la sua Parola, fidarsi di Lui e riconoscerlo nelle normali vicende della nostra vita. E’ stata un’esperienza di confronto, di crescita nella fede e di maturità, cercando di adattarci alle situazioni che ad ogni incontro si presentavano, soprattutto interpretando i sentimenti e le emozioni dei ragazzi, iniziando dal loro vissuto. E’ nata poi nel gruppo, l’esigenza di concretizzare la Parola di Dio con la solidarietà, Anche qui i ragazzi hanno preparato, loro stessi, nei locali catechistici, semplici dolci, proposti alla comunità, dalla quale abbiamo trovato una buona risposta tanto da raccogliere la somma di £. 350.000 per il progetto Amahoro. GRAZIE!

Flavia Miglietti., sei stata "dentro" alla catechesi esperienziale seguita quest’anno con i ragazzi delle elementari: una "novità"?

La catechesi esperienziale si propone di partire dagli interessi dei ragazzi, per guidarli in un cammino di fede che li attragga e non risulti scolastico e "dei grandi". Sicuramente abbiamo riscontrato un interesse maggiore, perché le attività erano ricche di segni che indirettamente passavano e colpivano la loro attenzione. E’ stato difficile gestire la vitalità dei ragazzi per due ore, ma credo che siamo riusciti a sfruttare questa qualità a favore della loro formazione.

 

 

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